L’Opera di Dio nella nostra comunità di Pomigliano è un disegno meraviglioso che nasce oltreoceano, in Canada, partendo dalla conversione di un intero nucleo familiare. È la storia di vite trasformate dalla grazia di Dio, la testimonianza di intrecci sorprendenti, il racconto vivo di un piano meraviglioso che continua ancora oggi per la fedeltà del nostro Signore.
Negli anni ’60 un giovane partenopeo, Salvatore Granata, partì da Pomigliano per raggiungere la città di Montreal, in Canada. Il giovane era in cerca di fortuna: desiderava trovare un lavoro stabile e raggiungere alcuni suoi parenti che già da qualche anno si erano stabiliti nel nord America.
Salvatore aveva 16 anni quando lasciò l’Italia, e del Signore non ne era a conoscenza; egli pensava solo ad una sistemazione materiale, ma Dio aveva riservato per lui una benedizione eterna. Arrivato sul posto, Salvatore, riuscì pian piano ad integrarsi in un ambiente con una cultura e una lingua completamente diversa dalla sua. Intanto, un suo cognato, Michele Fantillo, anche lui italiano emigrato in Canada, originario di Casacalenda (CB), ricevette un volantino nella sua cassetta di posta: si trattava di un invito per ricevere una copia gratuita di una porzione della Parola di Dio. Michele, appassionato di lettura, decise di farsi inviare questo regalo speciale. Dopo qualche giorno alcuni credenti della comunità evangelica di Montreal, curata dal F.llo Spiridigliozzi, gli portarono una copia di un nuovo testamento e gli parlarono di Gesù. Michele diede il suo cuore al Signore e così fecero anche sua moglie Teresa, sua cognata Rosaria ed altri suoi parenti. Salvatore, invece, non era per niente interessato a questa “nuova fede” e quando parlavano di Gesù, in casa di sua sorella Teresa dove lui era ospite, egli faceva di tutto per non essere presente.
Una sera, dopo aver seguito un corso di chitarra, Salvatore decise di non rientrare in casa, bensì di andare a vedere un film; egli sapeva che, come al solito, alcuni credenti sarebbero venuti da sua sorella Teresa e da suo cognato Michele per parlargli di Dio, per questo, voleva ritirarsi il più tardi possibile. Mentre stava per entrare nella sala del cinema, però, qualcosa lo convinse a ritornare a casa da sua sorella … dentro di lui pensò: “se Dio ritorna ora … meglio che egli mi trovi a casa e non qui”. Rientrato, Salvatore scoprì che i credenti attesi quella sera non erano venuti, tuttavia, i suoi parenti si erano riuniti ugualmente per pregare; questi lo invitarono a rimanere con loro, e Salvatore accettò di stare a pregare, giusto perché gli sembrava scortese fare differentemente. Improvvisamente, dopo circa 20 minuti che quelle persone erano riunite per pregare Dio, Teresa chiese a Salvatore dove fosse stato prima di venire a casa. Salvatore gli rispose che era stato al corso di chitarra, Teresa soggiunse: “Dopo, dopo il corso, dove sei stato?”. Salvatore, cercò di nascondere la verità, si vergognava di dire ai suoi parenti che avrebbe voluto andare al cinema piuttosto che sentirli parlare del Signore, ma Teresa iniziò a descrivere nei particolari il luogo dove stava prima di venire a casa: Dio glielo aveva fatto vedere in preghiera. Alle parole di Teresa, Salvatore rimase sconcertato: non poté non riconoscere che l’Iddio dei suoi parenti non apparteneva ad una mera religione, bensì era una Persona vivente; da quel giorno, egli iniziò a frequentare la comunità locale di Montreal e Dio lo salvò e lo riempì di Spirito Santo.
Ma la storia non finisce qui: c’erano altri parenti Granata in Italia che non conoscevano Dio, e l’Opera del Signore in questa famiglia, era appena iniziata.
Dopo qualche anno, sorse una seria difficoltà alla sorella di Salvatore, Rosaria Granata: a causa del suo primo parto, la giovane donna era in fin di vita e i medici avevano escluso ogni speranza. Arrivò, così, un telegramma a Pomigliano per sollecitare i parenti Granata, ancora in Italia, a raggiungere Rosaria che stava per morire. La brutta notizia fu ricevuta dal padre Raffaele Granata, insieme agli altri suoi figli: Liberato, Emilia ed Elvira.
Liberato, il primogenito dei Granata, partì insieme a sua sorella Emilia, e giunto in Canada, sorprendentemente trovò sua sorella Rosaria ristabilita, che parlava con tutti: Dio l’aveva letteralmente resuscitata. Liberato, di indole violenta, voleva maltrattare i suoi familiari, credendo che lo avessero fatto venire dall’Italia per prendersi gioco di lui, ma poi si trattenne da azioni sconvenienti riconoscendo che Rosaria era stata veramente miracolata, difatti anche i medici non si spiegavano come fosse ancora in vita. In realtà, Dio aveva risposto alle fervide preghiere dei parenti e dei credenti della chiesa di Montreal.
Liberato soggiornò un po’ di tempo in Canada, dove ebbe modo di conoscere la fede dei suoi familiari canadesi. Inizialmente, si beffava di loro e credeva che tutti avessero avuto un “lavaggio del cervello”. Per giunta egli era anche fortemente infastidito dalle numerose visite dei credenti che andavano a visitare sua sorella Rosaria: gli suonava strano il fatto che si chiamassero fra loro tutti fratelli e sorelle … tuttavia, proprio attraverso l’amore che gli mostrarono quei credenti, Dio iniziò a operare nel suo cuore.
Liberato tornò in Italia, mentre Emilia, si trattenne per altri mesi in Canada. Rientrato a casa, Liberato raccontò ai suoi familiari a Pomigliano, del miracolo di Rosaria sua sorella e dell’amore che i credenti della chiesa di Montreal avevano avuto nei suoi confronti. A riguardo, Elvira e anche alcuni vicini, furono fortemente incuriositi. Senza volerlo, Liberato iniziò a suscitare in loro il desiderio di conoscere la “nuova fede” professata dai suoi parenti canadesi.
Parallelamente, in Canada, Dio stava parlando al cuore di Salvatore per indurlo a ritornare in Italia e parlare a tutti i suoi parenti inconvertiti. A riguardo, Salvatore chiese a Dio un segno della Sua approvazione per ritornare in Italia e il Signore gli rispose subito con la Sua Parola: “Va ritorna al tuo parentado ed edifica un altare …”. Correva l’anno 1971. Salvatore ubbidì alla chiamata del Signore, e ritornato in Italia, mentre aveva ancora le valige in mano, alcuni dei suoi parenti e alcuni suoi vicini di casa, gli chiesero che gli parlasse del Signore: il loro cuore era pronto per ascoltare il messaggio dell’Evangelo. Salvatore non aspettava altro ed iniziò ad evangelizzare. Dopo alcuni giorni, Salvatore e Elvira si recarono alla chiesa di Napoli, quando questa era nella zona Materdei. Dopo il culto, Salvatore si avvicinò al pastore Anastasio con una lettera di presentazione del F.llo Mario Spiridigliozzi. Salvatore chiedeva un aiuto per interessarsi ai suoi parenti di Pomigliano.
Il pastore Anastasio, quando sentì che si trattava di curare la zona di Pomigliano, indicò il F.llo Stefano D’Alessandro, che gli era accanto proprio in quel momento. Stefano poteva prendersi cura di loro, difatti, già Dio lo aveva chiamato a lavorare nelle zone limitrofe di Pomigliano, insieme a suo padre Pasquale D’Alessandro.
Da quel momento la storia della famiglia Granata si intrecciò con la vita della famiglia D’Alessandro. Ogni lunedì il giovane Stefano, oggi pastore della comunità di Pomigliano, giungeva puntuale a casa dei Granata, insieme a sua moglie, per ammaestrare quel piccolo nucleo di credenti. Il F.llo Pasquale D’Alessandro, con sua moglie Vicenza, visitava e curava quelle stesse anime che, intanto, iniziarono a frequentare anche la comunità di Casalnuovo.
Dio non tardò a fare una grande opera. Il Signore battezzò potentemente di Spirito Santo, Angelina Pignatiello, una vicina dei Granata, che poi divenne moglie di Salvatore. Questa sorella, unta da Dio, contribuì a sensibilizzare i cuori di Elvira, Emilia e Liberato, nonché quelli di tutti i suoi vicini e familiari.
Il Signore salvò Elvira e Liberato; quest’ultimo sentì nel cuore di mettere a disposizione un piccolo garage accanto casa sua, per dei servizi di culto: nacque così la nostra comunità di Pomigliano D’Arco.
Altre famiglie si accostarono al Signore: Emilia Granata e suo marito Biagio Pulcrano, arresero il loro cuore a Dio, poi la famiglia D’Onofrio e tanti altri ancora. In quel garage Dio ha grandemente benedetto con la Sua presenza, e si è servito della strumentalità dei F.lli Pasquale e Stefano D’Alessandro, e di tanti altri Suoi ministri come il F.llo Gennaro Russo, il F.llo Raffaele Frezza, il F.llo Silvano Masullo, il F.llo Massimo Maggio e il F.llo Antonio Cipolletta.
Oggi la comunità di Pomigliano è cresciuta in numero e in qualità. Il Signore, per la Sua grazia, è ancora all’opera. Attraverso l’opera di evangelizzazione, negli ultimi anni, sono nate, a Pomigliano, missioni e opere evangelistiche. Da diversi anni l’ultimo locale è ormai diventato stretto, e certamente il Signore, come ha sempre fatto, provvederà splendidamente.
Dio non si è fermato e, ancora oggi, continua il Suo disegno glorioso, affinché altri giungano alla salvezza. Egli è lo stesso ieri, oggi e in eterno.