"Io voglio ricordare le bontà del SIGNORE, le lodi del SIGNORE, considerando tutto quello che il SIGNORE ci ha elargito; ricorderò il gran bene che ha fatto alla casa d'Israele, secondo la sua misericordia e secondo l'abbondanza della sua bontà. Egli aveva detto: "Certo, essi sono il mio popolo, i figli che non m'inganneranno". Fu il loro salvatore in tutte le loro angosce. Non fu un inviato, né un angelo ma lui stesso a salvarli; nel suo amore e nella sua benevolenza egli li redense; se li prese sulle spalle e li portò tutti i giorni del passato;"  (ISAIA 63: 7-9).

 

Non crediamo che il nostro compito sia di fare una semplice enumerazione di avvenimenti e di vicende, ma piuttosto ricordare uomini, che avendo creduto in Dio, nel Dio della Bibbia vivente e vero, l'hanno visto all'opera e sono stati essi stessi messi all'opera come strumenti nelle Sue mani. Si tratta di persone che, al di là di ogni istituzione, di ogni retaggio o tradizione, ci hanno lasciato un patrimonio costituito da una testimonianza che noi vogliamo onorare continuando a calcare le loro orme.
Famiglia D'Alessandro al completo.
Certo, se proviamo a chiudere gli occhi e a ricordare, scopriremo che molta acqua è scorsa da quando, nella metà degli anni 50, a Casalnuovo fece scalpore la notizia di un sarto di via Lagno divenuto protestante, anzi "evangelista".
Nella sua bottega di sarto, ogni lunedì sera arrivava un pastore proveniente da Napoli, insieme a sua moglie, per fare il culto, così gli evangelici chiamano i loro servizi di lode e adorazione a Dio. Fu quello il nucleo iniziale che Dio avrebbe usato per la diffusione dell'Evangelo della grazia e la nascita di un movimento di risveglio che continua ancora oggi.
La connotazione di questo risveglio, che segue l'impronta di quel movimento pentecostale iniziato agli albori del XX secolo, fu e rimane di  carattere popolare, contraddistinto da un ritorno alla Bibbia, unica guida e regola di fede. Dio ha benedetto quest'opera, onorando la fede semplice di quanti vi hanno creduto, in una maniera concreta.
Quel primo nucleo di credenti, molto presto sentì il bisogno di un luogo deputato all'adorazione del Dio vivente e vero e tra difficoltà, dimostrazioni d'ignoranza e veri contrasti anche di carattere teologico, aprì un primo locale di culto in vico S. Giacomo.
Pasquale D'Alessandro, nel
locale a Via S. Giuliano.
Considerando quel locale fatiscente, potrebbe sembrare un eufemismo parlare di Chiesa, ma per quei credenti lo Spirito Santo era all'opera e molto presto si dovette cambiare posto, perché "ogni giorno Dio aggiungeva quanti erano sulla via della salvezza" (Atti 2:47). Si trovò, così, un locale in via Vittorio Emanuele III, a poche decine di metri dal passaggio a livello.
Parallelamente, l'Opera del Signore si sparse rapidamente anche in tutti i paesi vicini a Casalnuovo di Napoli, e così anche ad Afragola, Pomigliano D'Arco, Casoria, Acerra, Volla e poi a Brusciano, sorsero delle comunità di credenti che insieme si radunavano nel locale comune a Casalnuovo.
Poiché i fedeli crescevano velocemente di numero, si dovette utilizzare un altro locale ancora, si trovava in via Poveri Jesu Chriti, che divenne poi via S. Giuliano, lì si è sviluppata la maggior parte della storia e della formazione delle nostre chiese.
Il Signore ha continuato a benedirci e oggi, in Via Manzoni, egli ci da grazia di avere un ampio locale comune, con una capienza di circa 1000 persone, strutturato con varie aule che accolgono diverse attività, nate negli anni insieme alle comunità e le missioni che Dio ha fatto sorgere.
E pensare che quando il Signore iniziò quest'opera, il fratello Pasquale D'Alessandro, strumento usato da Dio per evangelizzare le zone di Casalnuovo e dintorni, in un momento di scoraggiamento, confidò alla moglie di voler mollare tutto: non c'erano ancora evidenti conversioni, nonostante si evangelizzasse la zona da sei anni. La moglie del fratello, la sorella Vincenza, incoraggiò il marito a rimanere: "Pasquale, siamo stati qui per sei anni… aspettiamo ancora per altri sei mesi, e vediamo Dio cosa farà". In quel tempo il Signore fece una grande opera.
Nuovo locale comune in
costruzione.
In questi momenti di gioia, di riconoscenza, di gratitudine, il nostro pensiero si rivolge prima di tutto al Signore, poi a quanti, nel corso degli anni, si sono lasciati convincere dallo Spirito Santo a disporsi e a donare il valore delle proprie sensibilità e competenze ... a quanti ci hanno guidato, consigliato, indirizzato, a quanti ci hanno incoraggiato con la preghiera, con lo sguardo, con i gesti del loro affetto e solidarietà, a quanti hanno creduto e hanno mostrato la loro fede, anche solo con un picciolo, a quanti ci hanno meravigliato per le risposte concrete che hanno saputo dare.
Dio li conosce tutti, uno a uno, dal più piccolo al più grande ed Egli sarà il giusto Rimuneratore di ognuno.
Concludendo, non possiamo non ricordare ancora la galleria di personaggi che ci hanno preceduto. Hanno il volto sorridente di zì Pasquale, di Ciro Cavaliere (lo zio-fratello), di Mario Sciarra, del fratello Felice Pirozzi, di Vincenzo Frezza e sua moglie Giovannina, di Giggino Garofalo, del fratello Gerardo Grado, e infine del fratello Pasquale e della sorella Vincenza, dei quali non occorre ricordare il cognome, perché rimarranno sempre per tutti noi il fratello Pasquale e la sorella Vincenza.
Con tutto il cuore GRAZIE!